TINYCOTTONS

IO RAGAZZO DI CITTA’di Enrico Fragale EspositoDiciamo la verità, non sonoproprio un tipo da contatto con laNatura. Vado in ansia per un pranzoin agriturismo, non mi sento a mioagio durante le passeggiate neiboschi, ho dormito una sola notte incampeggio e il giorno dopo ho convintotutti a prenotare una stanza inhotel.In città trovo il mio benessere.Fatico anche ad addormentarmi senon sento il tram sferragliare sottola finestra.Eppure c’è da dire che nei confrontidi questa Natura verde, accoglientema a volte anche feroceprovo il massimo rispetto.D’altronde è da secoli, fin dalleprime forme di vita umana sullaTerra, che l’uomo ha subito il fascinodel suo ambiente naturale,cercando di interpretare, spiegaree controllare questa natura e i suoifenomeni. I popoli che basavanotutta la loro sopravvivenza sull’agricolturaintrodussero i primi canti edanze della pioggia, del sole, e cosìfacendo erano conviti che gli dei lipotessero sentire e che potesserocontrollare e “mandare” ciò che potesseservire al raccolto per essereprosperoso. Il rapporto che leganatura e uomo è antichissimo, epossiamo affermare che nasce conla stessa presenza dell’uomo sullaterra.Ma questa presenza ha da semprestravolto ogni aspetto della natura.Effetto sera, surriscaldamentodel globo terreste, buco nell’ozono,inquinamento… per il solo motivo ditrarre benefici economici trascuriamotutto ciò che di vero e bello c’è epuò esistere cioè la natura!E anche io, ragazzo di città, mitrovo a prendere le parti di quest’ultima.Rispettiamola, perché è venutaprima lei che noi su questo Mondo,perché noi siamo parte di essa edanneggiarla non è altro che far delmale a noi stessi. Non serve molto,pochi gesti quotidiani fatti da tutti.Per garantirci un futuro migliore eper garantirlo ai più piccoli.Ora che è Primavera poi e vedofiorire le magnolie, devo ammettereche il fascino dei boccioli color lillàè più forte di quello delle cime deigrattacieli, e sembra forse plausibileche mi tornerà un giorno la vogliadi andare in campeggio.Non vi garantisco che prepareròla marmellata di albicocche comeil mio direttore o mi dedicherò adalcunché di bucolico, ma vi possodire che da qualche tempo mi facompagnia in ufficio una piantina dialoe. Tra appunti, post-it, bigliettida visita, cresce meglio di quelle deimiei colleghi… e io sento il mio orgogliotingersi di verde.HENRI CARTIER-BRESSON7 PRIMI PASSI

TINYCOTTONS

IO RAGAZZO DI CITTA’di Enrico Fragale EspositoDiciamo la verità, non sonoproprio un tipo da contatto con laNatura. Vado in ansia per un pranzoin agriturismo, non mi sento a mioagio durante le passeggiate neiboschi, ho dormito una sola notte incampeggio e il giorno dopo ho convintotutti a prenotare una stanza inhotel.In città trovo il mio benessere.Fatico anche ad addormentarmi senon sento il tram sferragliare sottola finestra.Eppure c’è da dire che nei confrontidi questa Natura verde, accoglientema a volte anche feroceprovo il massimo rispetto.D’altronde è da secoli, fin dalleprime forme di vita umana sullaTerra, che l’uomo ha subito il fascinodel suo ambiente naturale,cercando di interpretare, spiegaree controllare questa natura e i suoifenomeni. I popoli che basavanotutta la loro sopravvivenza sull’agricolturaintrodussero i primi canti edanze della pioggia, del sole, e cosìfacendo erano conviti che gli dei lipotessero sentire e che potesserocontrollare e “mandare” ciò che potesseservire al raccolto per essereprosperoso. Il rapporto che leganatura e uomo è antichissimo, epossiamo affermare che nasce conla stessa presenza dell’uomo sullaterra.Ma questa presenza ha da semprestravolto ogni aspetto della natura.Effetto sera, surriscaldamentodel globo terreste, buco nell’ozono,inquinamento… per il solo motivo ditrarre benefici economici trascuriamotutto ciò che di vero e bello c’è epuò esistere cioè la natura!E anche io, ragazzo di città, mitrovo a prendere le parti di quest’ultima.Rispettiamola, perché è venutaprima lei che noi su questo Mondo,perché noi siamo parte di essa edanneggiarla non è altro che far delmale a noi stessi. Non serve molto,pochi gesti quotidiani fatti da tutti.Per garantirci un futuro migliore eper garantirlo ai più piccoli.Ora che è Primavera poi e vedofiorire le magnolie, devo ammettereche il fascino dei boccioli color lillàè più forte di quello delle cime deigrattacieli, e sembra forse plausibileche mi tornerà un giorno la vogliadi andare in campeggio.Non vi garantisco che prepareròla marmellata di albicocche comeil mio direttore o mi dedicherò adalcunché di bucolico, ma vi possodire che da qualche tempo mi facompagnia in ufficio una piantina dialoe. Tra appunti, post-it, bigliettida visita, cresce meglio di quelle deimiei colleghi… e io sento il mio orgogliotingersi di verde.HENRI CARTIER-BRESSON7 PRIMI PASSI